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255
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SEGANTINI Giovanni

Italy, Arco 1858, Monte Schafberg 1899

Pittore

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Non disponiamo di varianti, soprannomi ed altri modi di nominare l'artista SEGANTINI Giovanni
Aggiudicazioni principali (top lots)
SEGANTINI Giovanni 1858-1899,Primavera sulle alpi,1897,Christie's GB 1999-11-09
1
SEGANTINI Giovanni, Primavera sulle alpi
Stime
Aggiudicazione
SEGANTINI Giovanni 1858-1899,Le due madri,1891,Christie's GB 2011-03-21
2
SEGANTINI Giovanni, Le due madri
Stime
Aggiudicazione
SEGANTINI Giovanni,Il reddito del pastore,1883-86,Beurret Bailly Widmer Auctions 2022-06-22
3
SEGANTINI Giovanni, Il reddito del pastore
Stime
Aggiudicazione
SEGANTINI Giovanni 1858-1899,IL CIABATTINO 
THE COBBLER,Sotheby's GB 2007-06-05
4
SEGANTINI Giovanni, IL CIABATTINO THE COBBLER
Stime
Aggiudicazione
SEGANTINI Giovanni 1858-1899,Il Ciabattino (The shoemaker),1884-1885,Galerie Koller CH 2021-12-03
5
SEGANTINI Giovanni, Il Ciabattino (The shoemaker)
Stime
Base d'asta
Aggiudicazione
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Giovanni SEGANTINI , pittore italiano, nasce ad Arco il 15 gennaio 1858.Dopo un'infanzia travagliata, uscito dal riformatorio di Milano frequentò l'Accademia di Brera, dove assimilò l'esperienza del naturalismo lombardo nell'arco che andava da Bianchi al luminismo di Cremona, da Carcano a Conconi.
A Milano riesce a vivere grazie ad un lavoro presso la bottega di Luigi Tettamanzi, artigiano decoratore, e insegnando disegno all’istituto “Marchiondi”.
Tale piccolo sostegno economico gli consente di frequentare, dal 1878 al 1879, i corsi regolari dell’Accademia di Belle Arti di Brera, seguendo le lezioni di Giuseppe Bertini, affinando il proprio bagaglio di conoscenze e di esperienza e stringendo le prime amicizie negli ambienti artistici cittadini, in primis con Emilio Longoni.
Comincia a dipingere, con evidenti influssi dati dal verismo lombardo, ma già nel 1879, durante l’esposizione nazionale di Brera, viene notato dalla critica e ottiene i primi riconoscimenti: tra chi ne lo sostiene c'è Vittore Grubicy, con il quale instaura un rapporto di lavoro e di amicizia che durerà per lungo tempo.L’anno dopo conosce anche Bice Bugatti, la donna che ne sarà compagna per tutta la vita; si trasferisce in Brianza, a Pusiano, e lavora grazie al sostegno economico di Grubicy, collaborando strettamente con Emilio Longoni: in questi anni la sua arte tenta di distaccarsi dalle impostazioni accademiche giovanili, ricercando una forma espressiva più personale e originale.
Nel 1883 Segantini si vincola in modo definitivo al sostegno di Grubicy, con il quale sottoscrive un apposito contratto.Nel 1886 lascia l’Italia per trasferirsi a Savognin, nel cantone Grigioni; nel corso della propria evoluzione artistica prende ad avvicinarsi al movimento divisionista, prima con semplici sperimentazioni e col tempo in maniera sempre più netta e totale.
Nel frattempo Grubicy compie per lui una fortunata attività promozionale che ne accresce la fama in patria e all’estero, tanto che nel 1889 viene presentato all’Italian Exhibition di Londra; diventa così anche un apprezzato e ricercato collaboratore di riviste d’arte.
Nel corso dello stesso anno comincia a integrare la propria caratterizzazione artistica divisionista con marcati accenni di simbolismo, soprattutto attraverso l’uso di allegorie basate su modelli nordici.Nel 1894 lascia Savognin e si trasferisce in Engadina, a Maloja, anche seguendo un desiderio di più profonda meditazione personale e di riscoperta del proprio misticismo: il piccolo villaggio di Maloja gli consente una vita alquanto solitaria, e la possente presenza del maestoso e incontaminato paesaggio alpino intorno si rispecchia inevitabilmente nelle opere del periodo.
Da Maloja si sposta solo nel più freddo periodo invernale, durante il quale soggiorna in albergo a Soglio, in Val Bregaglia, con radi viaggi anche a Milano.
Formula un grandioso e ambizioso progetto, la realizzazione del padiglione dell’Engadina per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900: una costruzione rotonda del diametro di 70 metri le cui pareti avrebbero dovuto ospitare una gigantesca raffigurazione pittorica del panorama engadinese, lunga 220 metri; nonostante il suo profondo impegno nell’opera, tuttavia, la stessa viene ridotta per i costi troppo elevati e la conseguente mancanza di fondi (viene a mancare anche il promesso supporto finanziario degli albergatori engadinesi, tra i primi committenti dell’opera) e si trasforma nel Trittico della Natura (o delle Alpi), la sua opera più celebre: il trittico pittorico viene però rifiutato, ritenuto non in sintonia con l’immagine turistica che i committenti intendevano trasmettere a Parigi, e finisce per essere esposto nel padiglione italiano.I suoi soggetti preferiti: attingere alla vita agreste, dove uomini e animali vivono una vita comune, immersi in una natura che è sempre e comunque amica.
Nei suoi quadri, i temi del lavoro nei campi, del pascolo, della tosatura e della filatura, di una religiosità discreta, serenamente tradizionale.
E proprio la ricerca di questi ambienti, splendenti di luce e di aria, lo porta, nel 1886, a trasferirsi con la famiglia (arricchitasi della figlia Bianca) a Savognino, un villaggio delle Alpi a 1213 metri d'altezza.
Qui la sua famiglia si accresce di una nuova presenza: una ragazzina di quattordici anni, Barbara Ufer, diventa la bambinaia dei suoi figli.
Seguirà ovunque il maestro e la sua famiglia; sarà la modella per molti suoi quadri, sarà per tutti la Baba.
Giovanni Segantini intrattiene nel frattempo una fitta corrispondenza con artisti, giornalisti, studiosi ed il suo esprimersi è caldo, immediato, cordiale.
Pur nei limiti di una forma non sempre ortograficamente corretta, le sue lettere sono un miracolo di incisività, soprattutto se si considera che fino all'adolescenza egli era analfabeta.
Nel febbraio del 1891, in "Cronaca d'arte", appare un suo articolo, Così penso e sento laLa raccolta del fieno pittura.
La sua opera assume sempre più i caratteri di quella che diventerà la sua scelta definitiva: il divisionismo: «…e incomincio a tempestare la mia tela di pennellate sottili, secche e grasse, lasciandovi sempre fra una pennellata e l'altra uno spazio interstizio che riempisco coi colori complementari, possibilmente quando il colore fondamentale è ancora fresco, acciocché il dipinto resti più fuso.
Il mescolare i colori sulla tavolozza è una strada che conduce verso il nero; più puri saranno i colori che getteremo sulla tela, meglio condurremo il nostro dipinto verso la luce, l'aria e la verità».
Giovanni Segantini continua intanto ad ottenere riconoscimenti per il suo grande ingegno artistico: "Vacche aggiogate" merita la medaglia d’oro all'Esposizione universale di Parigi nel 1889; altra medaglia d’oro ricevono nel 1892 "Meriggio" e "Aratura in Engadina".
In questi anni Giovanni Segantini matura anche un proprio orientamento simbolista; entra in disaccordo con il suo nume tutelare, Vittore Grubicy; i contatti, soprattutto epistolari, si diradano.
Si rafforza invece il rapporto con Alberto Grubicy che diventa il mecenate di Segantini.
Per l’ "Exposition internationale" di Parigi del 1900 egli progetta un'opera colossale: Il "Panorama dell'Engadina", che avrebbe dovuto illustrare il meraviglioso paesaggio delle Alpi svizzere.
Il progetto, che doveva ottenere l'aiuto finanziario degli albergatori engadinesi, viene abbandonato nel 1897 per scarsità di fondi.
Giovanni Segantini non rinuncia comunque completamente al suo ambizioso disegno ed incomincia a lavorare al "Trittico della natura", ma un violento attacco di peritonite stronca purtroppo la sua forte fibra: Giovanni Segantini muore il 28 settembre, assistito dall'amico dottor Oskar Bernhard, dal figlio Mario e dalla sua compagna Bice.
Ernesta Bittanti Battisti scrive nel 1905 un saggio su Segantini che si conclude con questa affermazione: «Segantini non aveva ancor detta, in arte, la sua ultima parola.
Si sarebbe forse trasformato ancora, unificando le sue qualità, ritrovando tutto se stesso, se la morte non avesse spento quegli occhi, che "sapevano" così bene la luce, e irrigidita quella mano che rapiva al sole i raggi per Francobollo del centenario guidarli a brillare sulle tele».
Nel 1948 e nel 1949, a cinquant’anni dalla morte, si tengono conferenze sulla sua arte.
Le vicende della sua vita vengono romanzate.
Nel 1958, in occasione del centenario dalla nascita, viene organizzata ad Arco una mostra dedicata al maestro del divisionismo nello storico palazzo Marchetti, già dei conti d'Arco.
Nel 1987 si tiene al Palazzo delle Albere, a Trento, una grande mostra antologica dedicata a Segantini.Muore a soli 41 anni sullo Schafberg, il monte che domina Pontresina, il 28 settembre del 1899, colto mentre sta dipingendo da un letale attacco di peritonite.