Elisabetta SIRANI , pittrice e acquofortista italiana, nasce 8 gennaio 1628 a Bologna.
Figlia di Giovanni Andrea, pittore allievo di Guido Reni e mercante d'arte, iniziò a realizzare dipinti di piccole dimensioni commissionati per la devozione privata.
Nella Bologna della seconda metà del'600, la vita di questa pittrice, superdotata e per cio' coccolata da molti potenti dell'epoca, si svolge agli antipodi rispetto all'esistenza tumultuosa e drammatica di Artemisia, che trascina il suo stupratore in tribunale, colleziona amanti e si affranca dolorosamente dalla tutela artistica del padre.
Al contrario, l'attività di Elisabetta Sirani, ragazza prodigio, molto colta, avida lettrice e brava musicista - favorita in questo dal vivere in una città dove la presenza di un'antica università dà largo spazio all'integrazione delle donne nella vita culturale e pubblica - che sforna con incredibile rapidità le sue opere, si svolge tutta quanta nello spazio protetto della bottega del padre Giovanni Andrea e all'ombra del maestro Guido Reni.
In un ambiente quasi totalmente appannaggio di artisti maschi, Elisabetta divenne nota per le sue rappresentazioni di temi sacri ed allegorici, nonché per i ritratti di eroine.
La sua tecnica era inconsueta per il tempo: realizzava i soggetti con schizzi veloci, quindi li perfezionava successivamente con l'acquerello.
Quando Elisabetta muore, all'età di 27 anni, l'evento è così improvviso che molti sospettano un avvelenamento.
Viene anche individuata una possibile colpevole, la giovane cameriera che pare fosse invidiosa delle fortune di Elisabetta.
Ma dall'autopsia ordinata dai giudici risulta che non è stato il veleno a mettere fìne alla vita della pittrice, ma un ulcera perforata, causata dall'eccessivo stress.
Elisabetta crea una scuola d'arte per fanciulle - la prima di questo genere - di cui sono allieve anche le sue due sorelle.
Nelle sue opere, ama apporre la firma nei bottoni, sulle scollature o sui merletti: una strategia di seduzione tutta femminile.