Cindy SHERMAN , nasce a Glen Ridge nel New Jersey nel 1954, ultima di cinque figli, e cresce nella suburbana Long Island.
Studia Arte presso la SUNY (State University of New York) a Buffalo, dove è ha come compagno di studi Robert Longo, artista la cui produzione si mostrerà in seguito affine alla sua per quanto riguarda lo spiccato interesse verso la cultura popolare dei mass media.Respinta all'esame preliminare di fotografia, per insufficienze tecniche nella gestione delle fasi di stampa, Sherman si dedica dapprima alla pittura, dipingendo in maniera realistica copie di foto tratte da riviste, ed autoritratti.
Ben presto, però, trasformerà la fotografia, da pretesto per le proprie indagini sulla comunicazione di massa, in mezzo d'autoespressione, nel quale far coesistere le aspirazioni da artista concettuale con le proprie ossessioni personali.Così più tardi confesserà: "Quando andavo a scuola stavo cominciando a essere disgustata dalla considerazione religiosa e sacrale dell'arte, e volevo fare qualcosa ...
che chiunque per strada potesse apprezzare...
Ecco perché volevo imitare qualcosa di appartenente alla cultura, e nel contempo prendermi gioco di quella stessa cultura.
Quando non ero al lavoro ero così ossessionata dal cambiare la mia identità che lo facevo anche senza predisporre prima la macchina fotografica, e anche se non c'era nessuno a guardarmi, per andare in giro".Nel 1975, mentre frequenta ancora il College, scatta la prima delle sue Serie, composta da cinque fotografie, contrassegnate dalle lettere che vanno da A ad E, le quali ritraggono l'autrice stessa nelle vesti di differenti personaggi, quali un clown o una bimba.
Si laurea nel 1976.Nel 1975, nelle cinque immagini di Untitled A-E (o, come nelle circa venti serie realizzate in seguito in cui la messa in scena è destinata solo alla fotografia), trasformata dal trucco e dagli abiti, la Sherman incarna diversi personaggi, soprattutto una giovane e un clown.
La figura del clown, che ricorre frequentemente in questa mostra, associata alla maschera, all’infanzia e al divertimento, ma anche alla regressione e alla mostruosità, dà la misura del rapporto costantemente giocato da Cindy Sherman tra l’artista e il “soggettoâ€.Questo scarto, che dà allo spettatore la libertà di articolare e completare la storia dei personaggi che lei incarna, attraversa e rende singolare tutta la sua opera.
Anche il suo percorso si ispira non alla tradizione dell’autoritratto, ma a quella del cambiamento di identità, inaugurata da Marcel Duchamp, portata qui alla dimensione di una riappropriazione critica delle apparenze sessuali e sociali.Offrendosi come specchio e modello ai suoi contemporanei, Cindy Sherman analizza le definizioni dell’apparenza e del genere dettate dai moderni media.
Sola a comparire nelle sue fotografie, ci rimanda alla fragilità del sé di fronte ai meccanismi di identificazione e di riconoscimento sociale.Nel 1976 Sherman si trasferisce a New York.
Là, dopo un breve periodo che la vede impegnata nella produzione di collage fotografici, inizia a lavorare su quella serie d'immagini in bianco e nero che la renderanno poi celebre in tutto il mondo: "Untitled Film Stills".La sua prima personale avrà luogo nel 1981 presso una galleria newyorkese non commerciale, chiamata Kitchen.Da allora lavorerà freneticamente, continuando a produrre serie di fotografie senza titolo, delle quali è immancabilmente soggetto, interprete dei più disparati ruoli.Verso la seconda metà degli anni Ottanta sperimenta un tipo di composizione figurativa in cui la propria figura passa in secondo piano, adombrata dall'incombente presenza di un mondo inanimato, per poi tornare alla centralità dell'essere umano in un acuto studio della più classica ritrattistica pittorica.Fra il 1983 e il 1994 esegue su commissione alcuni bizzarri lavori di moda.Nota sin dai suoi esordi all'ambiente artistico ed intellettuale, spesso diviso nell'apprezzamento per le sue operazioni concettuali, Cindy Sherman riceve il primo vero riconoscimento da parte dell'establishment artistico solo nel 1995, allorché il MOMA di New York acquista per oltre un milione di dollari le sessantanove fotografie di "Untitled Film Stills".La definitiva consacrazione ad una più vasta notorietà avverrà, però, solo due anni dopo, quando il citato museo esporrà la serie acquistata in una clamorosa mostra, avente fra gli sponsor la cantante Madonna.Da sempre interessata al linguaggio cinematografico, nel quale ha ravvisato spesso le espressioni più tipiche dell'immaginario comune alla nostra epoca, Sherman decide infine di cimentarsi in prima persona anche con questo linguaggio artistico: dirige, così, "Office Killer", commedia horror che alla sua uscita, nel 97, viene accolto favorevolmente dalla critica, ma tiepidamente dal pubblico.Sherman vive ed opera ancora a New York, dedita negli ultimi anni ad una produzione d'immagini altamente influenzate dal Surrealismo.